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La Carbonara, un affare di famiglia

Carbonara
Carbonara Alice Targia

La Carbonara è la prima ricetta su cui mi sono davvero intestardita. Non perché mi piacesse particolarmente, ma perché mio padre amava cucinarla e a un certo punto superarlo nel prepararla era diventata una missione.

All'inizio era una sorta di MasterChef casalingo, con tanto di giuria (mamma e nonna, un po' riluttanti). Quando sono andata a vivere a Roma, era un raccontarsi gli esiti serali nella chiacchierata del giorno successivo. Durante quella vita universitaria la mia Carbonara è cresciuta e io sono diventata famosa nel mio gruppo per questo piatto. Quando la preparavo, era davvero festa. Durante quegli anni ricordo una sera d'estate, in campagna, in cui abbiamo radunato un po' di amici in veranda e li abbiamo eletti a giuria della mia Carbonara contro quella di papà. Non ricordo chi ha vinto, ricordo però la gioia.

Ora che papà non c'è più, ho iniziato a cucinare la Carbonara con maggiore attenzione per gli ingredienti e l'esecuzione. Il punto di cottura ottimale dell'uovo, la mantecazione con la pentola dell'acqua sotto la ciotola di vetro, il pepe macinato fresco, il pecorino grattugiato al momento. Sulla pasta mi prendo delle libertà. Ultimamente mi sono appassionata al Trighetto di Molisana, ma anche lo Spaghetto alla chitarra di Granoro mi dà tanta soddisfazione. Mi attengo alla ricetta tradizionale, ma ammiro molto chi sperimenta.

Inoltre, ho iniziato la ricerca della Carbonara Perfetta (come recita il titolo del meraviglioso libro di Eleonora Cozzella) a Roma e in giro per l'Italia. Ricordo tutte quelle che ho amato di più. Al momento, al primo posto, per me, c'è la Carbonara de L'Osteria del Sole, a Furio Camillo, Roma. Poi una Carbonara mangiata tardissimo da Felice a Testaccio, ma a Milano; quella del Re, Luciano Monosilio; quella di Gennaro Pernice, da Bencò, a Roma. Il punto di questa classifica è che cambia ogni volta. Nello stesso locale ci può essere la giornata in cui lo chef proprio non è in sintonia con la padella, col calore, con le uova. Flavio Di Maio, chef patron dello storico Flavio al Velavevodetto, ha definito il più prezioso dei piatti tipici romani come "il confine tra la vita e la morte per un cuoco”. So già che la mia ricerca durerà per tutta la vita (meno male).

Oggi, 6 aprile, tutto il mondo celebra il #CarbonaraDay.

Oggi, come ogni anno e come faccio ogni tanto, preparerò la mia Carbonara pensando con un sorriso: "Papà, con questa ti batto sicuro".

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Come partecipare al Carbonara Day

Cosa fare: Dal balcone, dal divano, o dalla cucina di casa, il 6 aprile condividete sui social una #CarbonaraHomeMade: è l'invito dei Pastai di Unione Italiana Food e International Pasta Organisation.

Cosa guardare: Su Twitter, Facebook e Instagram, per 24 ore dibattito social sulla ricetta di pasta più amata e imitata. Interverranno "Carbonara Master" come Arcangelo Dandini, Alba Esteve Ruiz, Nabil Hajassan, Marco Martini e Luciano Monosilio, che prepareranno in un live dalle loro cucine la ricetta classica.

Giulio Terrinoni e Kotaro Noda regalano alla community WeLovePasta un video della loro versione rivisitata.

Il nutrizionista Dott. Piretta promuove la Carbonara in quarantena: “Aiuta a volersi bene”.

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About me

Mi chiamo Stefania Leo, sono nata nella città dell'olio e, dopo un decennio a Roma, ho capito che per stare bene dovevo tornare a vivere dove la luce e il sapore dei pomodori hanno un senso: in Puglia.

Il mio lavoro è raccontare storie: di cibo, di salute, di innovazione, di viaggi e di tutto ciò che smuove la mia curiosità.

In questo sito raccolgo i miei pezzi migliori e racconto anche un po' di me e del mio lavoro.

Stefania Leo

Stefania Leo, giornalista e storyteller