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Ecco come fa una Pugliese a diventare una Cembrana Doc

Val di Cembra
Val di Cembra Cembrani Doc

Chi mi conosce da un po' sa che per me il Trentino è spesso sinonimo di Val di Cembra. Non è un caso. In questo luogo ho trovato qualcosa che mi somiglia, che parla al mio cuore. Innanzitutto, c'è il senso di comunità. Non c'è un solo cembrano che non ami la sua valle, che non fa di tutto per difenderla e per valorizzarla. L'orgoglio per la propria terra è il secondo motore che guida il mio cuore qui, tra i pendii di uno scorcio di Trentino senza neve, che sembra quasi Toscana. Si valorizza tutto, dal Tortel de Patate ai canti tradizionali. Questo atteggiamento mi ha insegnato che un muretto a secco non è solo un muretto a secco. Che le pietre possono diventare simboli, aromi nel vino, chiavi che aprono le porte di istituzioni internazionali come l'Unesco. Penso solo a cosa si potrebbe fare se lo stesso atteggiamento fosse applicato alla mia Puglia, a cui forse manca quel coraggio di dire «Sul poco costruisco il mio tutto».

Val di Cembra per me è il battesimo del mondo del vino. È con questa valle che ho iniziato a parlarne nel mio lavoro, grazie anche al press tour più analcolico che le cantine cembrane hanno mai visto! Era il 16 marzo 2018. Quel giorno ho incontrato la donna che per me oggi è simbolo di forza, coraggio, orgoglio territoriale, caparbietà e resilenza nel mondo: Mara Lona. Entrando nella sua orbita, si viene investiti da una sferzata di energia che rende la pigrizia un'opzione non più praticabile. Per lei non esiste l'impossibile. La sua tenacia è pervasiva. Attraverso i suoi occhi, le sue parole, la sua gioia di vivere ho imparato a sentirmi a casa in Val di Cembra.

 

E poi ci sono Luciano e Maria Pia, gli Avengers del vino, cioè i produttori che hanno dato vita a Cembrani Doc, e i tanti nomi che si incontrano alle Caneve (se non sai cos'è, clicca qui) e, tra pochi giorni ai Baiti en Festa. Si tratta di momenti di enoturismo, in cui si vive la valle attraverso il suo cibo e il suo vino, passeggiando tra cantine e rifugi di campagna. Qui, il piacere è una cosa semplice.

Per me è diventato impossibile non condividere questo piacere nelle mie cene, con la mia famiglia, con mia sorella Serena, innamorata di questo luogo quanto me. Mese dopo mese, anno dopo anno, mi sembra un'ingiustizia che esista anche una sola persona all'oscuro delle bellezze di questa piccola grande terra. Per questo ne parlo ogni volta che posso: che sia un consiglio sulle mete da hiking o un menu adatto anche alla schiscetta invernale.

Il 31 luglio 2020 la Val di Cembra nominerà tre nuovi ambasciatori: Francesco Saverio Russo di Wineblogroll, Simone Roveda di Winery Lovers, e io. Ricevere questa notizia mi riempie di gioia perché significa che la passione e l'amore per una terra possono davvero moltiplicarsi. Che non esistono latitudini capaci di impedire l'abbinamento tra un crudo di mare e un Müller Thurgau minerale e bellissimo come solo qui ne nascono. Prossimo obiettivo: imparare il dialetto cembrano. Perché l'amore ha bisogno delle parole giuste per esprimersi. Alcune le conosco già. Le altre sono solo a qualche viaggio di distanza.

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Mi chiamo Stefania Leo, sono nata nella città dell'olio e, dopo un decennio a Roma, ho capito che per stare bene dovevo tornare a vivere dove la luce e il sapore dei pomodori hanno un senso: in Puglia.

Il mio lavoro è raccontare storie: di cibo, di salute, di innovazione, di viaggi e di tutto ciò che smuove la mia curiosità.

In questo sito raccolgo i miei pezzi migliori e racconto anche un po' di me e del mio lavoro.

Stefania Leo

Stefania Leo, giornalista e storyteller